Nasce il “CERHER” per tutelare le città d’arte dalle catastrofi naturali

Si è tenuta lo scorso 15 settembre a Porano, presso la sede dell’istituto CNR-IBAF, la prima riunione del “CENTRO di COMPETENZE INTEGRATE per la PROMOZIONE della RESILIENZA DELLE CITTÀ D’ARTE AI DISASTRI NATURALI IN UMBRIA, TOSCANA, MARCHE” (CERHER- Centre of Resilience on Heritage).

Il Centro è promosso dagli Accademici Lincei professori A. Sgamellotti e G. Seminara, dal Delegato italiano ICSU (International Council for Science) prof. Enrico Brugnoli, dal Segretario del “Comitato Firenze 2016” prof. Giorgio Valentino Federici, dal Rettore eletto dell’Università di Camerino prof. Claudio Pettinari, dal Coordinatore del Dottorato di Ricerca in Energia e Sviluppo sostenibile dell'Università di Perugia prof. Franco Cotana e dal Delegato ai Beni Culturali dell’INSTM (Consorzio Interuniversitario Scienza e Tecnologia dei Materiali) prof. Brunetto Giovanni Brunetti.
Il Centro si configura come prima iniziativa della macroregione dell’Italia centrale, Umbria, Toscana e Marche, nella promozione della resilienza delle città d’arte ai disastri naturali, tema tornato prepotentemente di attualità a causa degli effetti devastanti che i recenti eventi sismici hanno prodotto e, presumibilmente, continueranno a produrre sugli insediamenti umani. Tra questi, le città d’arte rappresentano un caso particolare in cui la tutela, il monitoraggio e la prevenzione devono integrarsi efficacemente con un tessuto architettonico ed urbanistico che, per il suo valore intrinseco di testimonianza storico-artistica, non può essere modificato strutturalmente ma deve altresì essere conservato e preservato per le generazioni future in nome del principio di equità intergenerazionale.
La sfida posta dalla tutela, dalla prevenzione e dalla mitigazione dei rischi delle città d’arte, viene raccolta dal CERHER attraverso la formazione di gruppi internazionali ed interdisciplinari di lavoro per la formulazione di strategie condivise che consentano la mitigazione del rischio, il recupero ed il restauro dei beni culturali.
Il CERHER, presieduto da Antonio Sgamellotti, promuove ed incentiva le seguenti iniziative: sviluppo di tecnologie innovative per il monitoraggio diagnostico e strutturale dei beni culturali, con valutazione dei rischi dei beni museali e della loro vulnerabilità; creazione di un centro di documentazione “open access” di raccolta e analisi delle pubblicazioni scientifiche sulla resilienza; costituzione di un forum permanente di discussione sulle questioni scientifiche e tecniche ancora irrisolte sui  temi della resilienza dei beni culturali, anche a supporto dei decisori politici e amministrativi; educazione e formazione del pubblico, specialmente dei  giovani, sul carattere identitario ed insostituibile dei beni culturali
La protezione dei beni culturali, inserita su iniziativa dell'Accademia Nazionale dei Lincei nel Sendai Framework 2015-2030 for Disaster Risk Reduction - UNISDR (United Nations Office for Disaster Risk Reduction), è stata ampiamente trattata nella "“Charter of Rome on the Resilience of Art Cities to Natural Catastrophes”, documento approvato il 13 ottobre 2016 dall'InterAcademy Panel (IAP) che comprende le principali Accademie delle Scienze del mondo  e presentato ufficialmente dai Lincei al Governo italiano.
Il CERHER, attraverso una sinergia di competenze molteplici, intende attuare sia in fase di emergenza (ex-post) che in fase preventiva (ex-ante), le linee guida sancite anche nel documento “Statement G7 Science on cultural heritage: building resilience to natural disasters” , approvato il 3 maggio 2017 dal G7 Science (Science Academies of the G7 Countries) e presentato al Presidente della Repubblica ed al Governo italiano, che lo hanno incluso nell'Agenda di Taormina dei Capi di Stato del G7.
Per la sua specifica progettualità, e per la sua connotazione macroregionale che gli conferisce peculiare unicità, nel costruire collaborazioni per promuovere la resilienza delle città d’arte alle catastrofi naturali, il CERHER si propone così di diventare Agenzia italiana UNISDR per i beni culturali e nodo dell’infrastruttura E-RIHS (European Research Infrastructue on Heritage Science), rappresentando in tal modo un modello sia per altre regioni italiane che per nazioni europee ed extra-europee.

 


 

data di pubblicazione
autore
Egizia Marzocco